di Felice Zingarelli aka FelynX
Settembre 2013, Circolo degli Artisti, Festambiente-Mondi Possibili, Roma Smart City. Un'incontro su "rigenerazione urbana e luoghi di cittadinanza, ipotesi di road map", a cura di Stati Generali dell’Innovazione e Urban Experience.
Non so come, ma finisco sempre per attestarmi l'ultimo intervento...
Colgo nelle mappe uno dei tanti comuni denominatori delle tematiche che si sono intrecciate durante la giornata, tra l'urbanistica e la rigenerazione urbana, la partecipazione e la cittadinanza attiva.
"La mappa non è il territorio" diceva Alfred Korzybski, ma la sua osservazione, oltre ad altro genere di implicazioni, la possiamo oggi ricondurre alla modalità operativa fin qui usata per la realizzazione delle mappe, strumento dell'urbanistica, come un processo top-down. Un processo curato solo da esperti, spesso da società esterne, con costi molto elevati per la Pubblica Amministrazione e quindi per la collettività.
Oggi, grazie alle tecnologie mobili e collaborative, mappa e territorio si avvicinano sempre più e si integrano. La Pubblica Amministrazione, ma anche le imprese e i cittadini tutti, hanno una nuova opportunità, grazie al progetto OpenStreetMap.
Una cartografia collaborativa e partecipata costantemente aggiornata e revisionata, grazie ai contributi volontari di una immensa comunità mondiale, tecnici, cittadini, enti pubblici e governativi, che le rendono giorno dopo giorno sempre più affidabile e di qualità.
Una cartografia totalmente gratuita, caratteristica che costituisce un grande vantaggio per la P.A., enti e imprese, che liberati da costi per licenze (spesso di società d'oltreoceano), possono reinvestire a livello locale. Caratteristica che garantisce non solo indipendenza dai fornitori, liberando la P.A. da potenziali pratiche ricattatorie, ma anche un vantaggio per i cittadini che, grazie a standard aperti, non sono obbligati ad utilizzare costosi software sotto licenze commerciali, condizione che favorisce anche la riduzione del digital-divide.
Una cartografia che garantisce un alto livello di interoperabilità grazie alla disponibilità in formato aperto dei dati, oltre che degli standard e dei software.
Si moltiplicano i casi di amministrazioni locali che cedono i propri dati geografici donandoli alla fondazione OpenStreetMap, rendendoli così liberamente utilizzabili da chiunque senza restrizioni.
La filosofia libera e aperta adottata da OpenStreetMap permette partecipazione, divulgazione, evoluzione, promuovendo creatività, innovazione, libera espressione, pubblico accesso alla conoscenza e garanzia dei diritti civili dei cittadini.
I capisaldi di questa filosofia sono l'utilizzo di licenze copyleft, possibilità di usare free software e creare OpenCourseware, sviluppo di una cultura della partecipazione responsabile e di una cittadinanza digitale, partecipazione dal basso grazie ad un flusso bottom-up delle informazioni, neutralità e libero accesso alla rete grazie ad un wi-fi aperto e gratuito a copertura diffusa.
OpenStreetMap, ma più in generale i dati e gli standard aperti, si possono considerare quindi un bene comune: favoriscono diritti sociali quali l'inclusione digitale mettendo al centro del proprio sviluppo le persone e la collettività. Gli standard aperti sono tali in quanto permettono una serie di libertà tra cui il diritto di accesso alle conoscenze e alle informazioni, e la libertà di espressione.
Articolo pubblicato il 14 ottobre 2013 da Zingarelli.biz in licenza CC BY-NC-ND 3.0:
http://zingarelli.biz/news/38-e-government/139-mappe-aperte-nella-pa.html