Interviste per "Il territorio nella rete", forum e tavola rotonda sulla cartografia partecipata e la piattaforma reter.org che si terranno a Roma il 21/06/2016.
Quarta ed ultima parte dell'intervista a Federica Timeto sui locative media e la pervasività degli ambienti virtuali che anche senza la nostra consapevolezza agiscono sulle relazioni, quindi in maniera più incisiva delle grandi rappresentazioni simboliche territoriali. Ma anche su un uso alternativo, come fa benissimo in Italia Salvatore Iaconesi, anche in modo un po' piratesco.
Ci sono evoluzioni possibili in direzioni diverse? Dove le logiche proprietarie, orientate a dare centralità al consumo, magari con regole prodotte collettivamente, con un approccio free/open. Come questa direzione, invertendo la logica, può produrre una relazione sociale diversa dello spazio?
Una definizione interessante è quella che parte dalle arti, che non attiene ai device, ma alle pratiche di rapporto proprio con la performatività dello spazio. Dove la parola "locativo" fa riferimento non tanto a un sostantivo ma a un'azione, quindi collegata alle preposizioni "a" o "nei pressi", mettendo in evidenza così sia l'agire nel territorio, sia la prossimità, quindi la relazionalità, la necessità di creare relazioni. In realtà le arti visive e performative l'avevano ben chiaro ben prima della nascita dei device mobili locativi.
Ma la questione è che non è automatico che il mezzo locativo porti a un posizionamento nella realtà. Gli aspetti più interessanti sono proprio gli aspetti che mettono in evidenza il lato creativo e processuale dell'utilizzo di questo mezzo rispetto alle pratiche socio-spaziali.
A proposito di open source è fondamentale la possibilità di condividere anche gli strumenti, non solo gli spazi già dati.
Ciò che in Italia sta facendo benissimo Salvatore Iaconesi, in modalità anche un po' piratesca, lavorando sul territorio non soltanto per proporre le sue mappature, che dialogano con le mappature istituzionali per dare una lettura alternativa di fenomeni magari già esaminati da un altro punto di vista. Condividendo anche attraverso dei workshop, con i partecipanti, gli strumenti per lavorare insieme. Nuove visioni, che coinvolgono però davvero la collettività con una reale condivisione. Non soltanto mettendo a disposizione quello che si sa, ma costruendo insieme il senso dello spazio, informarndo diversamente la materia.