ReTer inaugura oggi il nuovo canale Videoarchivi.
Partiamo con la raccolta di una serie di interviste in occasione de "Il territorio nella rete", forum e tavola rotonda che si terrà a Roma il 21 giugno 2016 sul tema della cartografia partecipata e sulla piattaforma reter.org
Il primo contributo è stato di Franco Berardi 'Bifo'. Primo dei 4 video che compongono l'intera intervista partendo dalla storia, dagli albori del Web, anzi del Net, come chiama Bifo la prima fase, fino al salto qualitativo avvenuto nel secondo decennio della storia della rete il cui inizio è posizionabile in corrispondenza del crack delle Dot Com nella primavera del 2000. Passaggi che determinano profondi cambiamenti e modificazione nei termini del rapporto lavorativo e nella vita quotidiana in generale.

Il mutamento più profondo che la tecnologia digitale mette a nostra disposizione è di separare la corporeità dall'attività mentale e di creare le condizioni per una cooperazione illimitata tra cervelli in azione. Questa seconda caratteristica è una specie di implementazione tecnica di un'intuizione concettuale che ha avuto Carlo Marx a metà dell'800 quando parla di general intellect. Dunque la tecnologia digitale di rete rende possibile l'operatività concreta, storica, dell'intelletto generale ma al tempo stesso rende possibile questo processo in una generale separazione della mente dal corpo che vuole dire poi dei processi concreti dell'identificazione carnale e territoriale umana dal processo astratto di produzione e riproduzione della merce.

Nella prima fase i netters sono attori del processo, lavoratori proletari che hanno la possibilità di fare impresa. Una fase che finisce con l'esplosione della bolla delle grandi imprese della rete nella primavera del 2000. Inizia così una nuova fase, che a differenza della prima (Net) Bifo identifica col termine Web (Web 2.0) che si definisce per caratteristiche tecniche diverse, ma dal punto di vista sociale questo passaggio si manifesta attraverso un'espropriazione del lavoro che i netters avevano costruito. Da quel momento non sono più i netters i soggetti del processo, ma sono alcune grandi aziende che hanno carattere di monopolio.
In questo secondo momento il lavoro cognitivo non è più in grado di fare impresa, di creare autonomamente le condizioni per la propria sopravvivenza. Deve proletarizzarsi, deve mettersi al servizio, in maniera formale o informale, di grandi aziende informatiche.

Il rapporto di lavoro nella società industriale fordista è un rapporto che coinvolge le persone in quanto individui, con un corpo fisico, dei diritti sociali, che si ammalano, che un giorno sono tristi e un giorno allegri, hanno dei diritti politici, sindacali, eccetera. Quindi il capitale modella la sua condizione in rapporto con delle persone.
Ciò che diviene possibile a partire dalla mutazione digitale è la stipulazione di contratti che riguardano frammenti temporali dei quali la presenza della persona fisica, giuridica, affettiva e così via è totalmente cancellata, messa da parte. Questa scorporazione del tempo di lavoro è l'elemento essenziale.
Il capitale non si trova di fronte un esercito di lavoratori potenziali, ma si trova di fronte un oceano di frammenti di tempo disponibile.

Sul lavoro cognitivo non abbiamo per il momento dei veri indicatori di una tendenza politica. Forse nel volto dei ventenni americani che hanno votato per Bernie Sanders. Lì c'è qualcosa che sta accadendo. La grande maggioranza dei votanti ventenni hanno votato per Sanders. Chi sono? Che cosa faranno tra dieci anni, questa è una domanda interessante.